"Non tutti gli uomini sognano allo stesso modo,
coloro che sognano di notte nei ripostigli polverosi della loro mente,
scoprono al risveglio la vanità di quelle immagini, ma quelli che
sognano di giorno sono uomini pericolosi perché può darsi che recitano
i loro sogni ad occhi aperti per attuarli…”
In questa citazione dal suo capolavoro “I sette pilastri della saggezza” è rappresentata la filosofia di vita di uno dei personaggi più leggendari del XX secolo, il colonnello Thomas Edward Lawrence, famoso con il nome di Lawrence d'Arabia, il re senza corona degli arabi. E alla ricerca delle sue orme, cancellate dal vento e dal tempo, questo viaggio – novità assoluta – va alla scoperta di un Paese tanto importante quanto ancora inesplorato. Solamente negli ultimi mesi qualche timido segnale di apertura al turismo ha scaturito il desiderio di molti, come noi, di partire alla sua scoperta. Ma l’Arabia Saudita è ancora un luogo del mondo largamente sconosciuto, desertico, misterioso, retto da una monarchia che suscita molte attenzioni.
È uno Stato prevalentemente costituito da deserti e zone aride, dove le città sorgono lungo la costa o in prossimità delle oasi e dove la vita beduina convive fianco a fianco con palazzi moderni e virtuosismi architettonici. Sono i contrasti, i misteri e la lontananza culturale che ci avvicinano fatalmente a questo Paese e che costituiscono il motivo stesso del viaggio: la curiosità di vedere con i propri occhi come, in un altro mondo ma nello stesso pianeta, altri uomini e donne vivono e costruiscono il loro futuro. Il viaggio è quindi una proposta dedicata ai viaggiatori più esperti, che mettono in conto imprevisti e avventure come parti caratterizzanti di un viaggio esplorativo.
L’itinerario si sviluppa dalla capitale saudita, Riyadh, con i suoi grattacieli e le strade trafficate ma anche con il suo cuore d’argilla inaspettato, per finire sulle sponde del Mar Rosso, a Jeddah, tra i pellegrini diretti alla Mecca, antichi palazzi di corallo e curiose, eccentriche statue lungo la corniche. Nel mezzo, gli inesplorati territori del nord ovest, verso la Giordania. Da Tabuk ci inoltreremo tra le sabbie e i faraglioni di arenaria della Hisma Valley fino al Golfo di Aqaba, a Madyan, dove incontreremo la prima necropoli nabatea, e poi lungo la costa, tra spiagge, idrovolanti e wadi scoscesi. Attraversiamo terre che un tempo erano percorse da nomadi e carovane commerciali, abitate dai Nabatei, occupate per breve periodo dalle legioni di Traiano. Terre le cui sabbie hanno occultato e saputo conservare autentici gioielli archeologici. Come Madai’n Saleh, nella grande oasi di Al Ula, che raggiungeremo dopo l’emozionante traversata in 4×4 della Disah Valley. L’antica Hegra, la Petra perduta nelle sabbie. Uno dei pochi luoghi al mondo dove all’arrivo si ha ancora la sensazione di scoperta, l’emozione di trovarsi al cospetto di una Storia che aspetta ancora di essere raccontata.