Dopo la colazione si parte per Khndzoresk - un villaggio scavato nella roccia insediato ancora dai tempi preistorici, ma usato anche come nascondiglio durante le ribellio...
Dopo la colazione si parte per Khndzoresk - un villaggio scavato nella roccia insediato ancora dai tempi preistorici, ma usato anche come nascondiglio durante le ribellioni di libertà del XVIII sec (per questa visita sarà necessario il cambio di bus, dovuto alle caratteristiche della strada). Proseguimento verso il Nagorno Karabakh. Questa regione verde e boscosa, avvolta nel mistero e da un’aurea quasi mitica, cela una storia lunga e orgogliosa. Ufficialmente denominata Repubblica dell'Artsakh, è de facto uno stato a riconoscimento limitato, non riconosciuto dall’ONU, abitato da una popolazione armena, autoproclamatosi indipendente dall'Azerbaigian. L’Artsakh era una delle province del Regno Armeno di Tigran il Grande che, nel I secolo a.c. andava dal mar Nero al mar Caspio. Come il resto del territorio armeno subì diverse conquiste, dai persiani ai tatari, fino a diventare parte dell’impero russo nel 1805, conservando però una certa autonomia. Nel 1921 il trattato di Mosca tra Russia e Turchia assegnò la regione all’Azerbaijan, dopo che, a seguito della rivoluzione d’ottobre, si erano verificati diversi scontri tra quest’ultimo e l’Armenia per il suo controllo. Per settant’anni la situazione venne congelata, finché nel 1988 il Karabakh domandò l’annessione all’Armenia. A seguito della dissoluzione dell’Urss, il territorio divenne scenario di guerra, che durò fino al 1994, quando ci fu l’accordo di Bishkek, ma i negoziati per la definizione dello status del Nagorno Karabakh sono tutt’oggi in corso e vedono pochissimi progressi.Percorreremo la strada lungo il cosiddetto Corridoio di Lachin, un passaggio montano un tempo largo solamente 9 km, che rappresentava il punto di maggior vicinanza tra l’Armenia e l’exclave di popolazione armena del Nagorno Karabakh, in territorio azero. La sua conquista durante la guerra ha permesso di creare un unicum territoriale determinante per l’esito della stessa. Oggi possiamo attraversarlo godendoci lo splendido paesaggio, che quasi nulla del passato fa trapelare (tranne una solitaria barriera metallica anti elicotteri) e che rappresenta quasi una rivincita di questa terra sui fatti umani. Giunti al confine, prima di varcarlo ci aspetta la prima visita nella regione di Kashatagh. Siamo già in Nagorno Karabakh, pur senza ancora varcarne il confine. Questo lembo di terra infatti, che separa Armenia e Artsakh, è de facto territorio azero occupato.Dopo una strada di montagna, attraverso vecchi villaggi azeri semi abbandonati, arriviamo al monastero di Tsitsernavank. Si credeva che il monastero contenesse le reliquie di San Giorgio. Nel passato, apparteneva alla diocesi di Tatev ed è menzionato come un importante centro religioso. Rientro per la stessa strada fino a varcare, ufficialmente, il confine, dopo un veloce controllo dei passaporti. Non viene nemmeno consegnato il visto d’ingresso, da richiedere il giorno successivo recandosi al ministero degli Interni. Proseguimento per la città di Shushi – la città eroica del Nagorno Karabakh. Prima di entrare in città, dedicheremo la parte centrale della giornata ad un breve trekking, che non presenta difficoltà particolari, nella Gola di Hunot. Circondata da alte pareti rocciose e da scoscese montagne coperte da foreste, è scavata dal fiume Karkar che scorre ai piedi di Shushi e in alcuni tratti raggiunge i 250 metri di profondità. Arriveremo fino alla cascata di Mamrot Kar ed è previsto il pranzo a picnic (in caso le condizioni metereologiche non rendessero possibile l’escursione, andremo direttamente a Shushi e pranzeremo in ristorante). Al termine della passeggiata, saliremo in città. Visita della Cattedrale di Ghazanchetsots. Durante l’epoca sovietica la cattedrale fu distrutta, prima usata come granaio poi come un garage. Venne ricostruita nel 1998 ed ora svolge la funzione di cattedrale e sede della diocesi della chiesa apostolica armena nell'Artsakh. Camminando lungo la strada si possono osservare diverse moschee, alcune nascoste tra la vegetazione e palazzine popolari, che non sono più in funzione: sono state molto danneggiate durante la guerra di indipendenza e parecchie di esse sono in rovina o distrutte. Tuttavia, data la loro importanza storica, da qualche anno il governo della Repubblica dell'Artsakh, ha intrapreso un opera di restauro di alcune di esse. Opera che ha suscitato la reazione negativa del governo azero, che ritiene che un edificio di culto islamico non debba essere restaurato da un governo cristiano. Visita dall’esterno alla moschea di Jouma, la cui costruzione, iniziata nel 1768, è stata successivamente interrotta per essere completata negli anni 1883-85 su progetto dell'architetto azero di origine persiana Karbalayi Safikhan Karabakhi (1817-1910), uno dei più importanti rappresentanti delle scuole di architettura del Karabakh (la moschea è in fase di restauro e sarà possibile entrarvi solo con l’autorizzazione degli operai, qualora presenti.)Nel tardo pomeriggio arrivo nella capitale Stepanakert. Cena e pernottamento in albergo a Stepanakert